"Oltre l'impossibile" di Katia Garzotto

 

TITOLO: Oltre l'impossibile

AUTRICE: Katia Garzotto

EDITORE: Brè Edizioni

PREZZO: 11,40 euro

NUMERO PAGINE: 142




Il libro “Oltre l'impossibile” è il libro di Katia Garzotto edito da Brè Edizioni. È un racconto autobiografico nel quale l'autrice sceglie di raccontare della malattia di sua figlia Aurora.

Aurora nasce con una sindrome rara, la sindrome di Goldenhar.

La sindrome di Goldenhar è caratterizzata dalla coesistenza di tre sintomi principali che sono: ridotto sviluppo della mascella e mandibola con asimmetria facciale, malformazione dell’occhio e dell’orecchio e anomalie vertebrali, e generalmente colpiscono un solo lato del corpo e del volto, l’unica differenza che questi bambini hanno con la mia è che loro non hanno avuto l’assenza quasi totale del ponte cerebrale, il suo è un caso molto raro, che secondo i medici, non ti lascia alcuna speranza di sopravvivere. Ancora non riesco a capire come il ginecologo non abbia visto tutte queste cose durante l’ecografia morfologica.”

Aurora e Katia passano la maggior parte del tempo tra un ospedale e l'altro. La speranza e l'amorevole forza di mamma Katia, culleranno la piccola nella sua battaglia.

Il libro si legge in un batter d'occhio per la sua stesura semplice e lineare. La storia e le peripezie di Katia ed Aurora riescono a tener incollati il lettore. Non capita spesso leggere libri del genere. Il dolore di una madre che non riesce a proteggere la sua bambina dalle angustie della vita, ti arriva in faccia senza sconti.

Katia Garzotto, attraverso il suo testo, sceglie anche di denunciare quella fetta di malasanità in cui si è imbattuta e che le hanno causato delle ferite inguaribili. Medici disattenti e infermieri stanchi. Per ogni medico e infermiere con il delirio di onnipotenza divina, fortunatamente ci sono sempre quelli che riescono a sostenere ed aiutare non facendoti sentire sola nella tua lotta contro il tempo ed è di quest'ultimi che la mamma di Aurora conserva un tenero ricordo.

Katia e suo marito Roberto si sono preparati al peggio sin dal primo giorno di vita della loro piccola, troppo fragile per capire cosa le stesse accadendo ma troppo innocente per meritare tali sofferenze.

Aurora muore a soli tredici mesi. Non è mai diventata grande, non ha mai pronunciato la parola “mamma/papà”. È volata via. Dall'ennesimo letto d'ospedale ha smesso di lottare.

Poteva andare diversamente? Forse!

Oggi Aurora vive nei ricordi dei suoi genitori e nelle parole di mamma Katia.

È per realtà come queste che spesso ci si chiede il motivo di tanta sofferenza, storie che ti arrivano come un pugno allo stomaco. La condizione di dolore estrema, gli ospedali, i bambini strappati alla normalità,

Non ci si abitua mai a vedere un bimbo soffrire; non ci si abitua a vedere un neonato intubato; non ci si abitua a vedere genitori tristi e persi, nei loro occhi riesci a scorgere tutta la loro rabbia, il loro senso di dignità e il desiderio di ricevere belle notizie.

Inevitabile pensare a quanto sia ingiusta la vita, il senso di impotenza pervade tutto il corpo. La mente vorrebbe dare delle spiegazioni razionali e plausibili, ma non esiste ragione ad un bambino spento.





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