Intervista a Marco Improta
Ciao Marco, grazie per essere qui e per rispondere a qualche domanda. Sei l'autore di "L.A. 1987-Cercando Aurora" un finto giallo ambientato a Los Angeles nel 1987. Il tuo libro è fresco d'uscita e sicuramente da portare sotto l'ombrellone in questa calda estate.
A chi non ti conosce, come ti presenteresti?
Per il “da dove vengo e cosa ho fatto” basta ciò che è
scritto sulla quarta di copertina di L.A. 1987 – CERCANDO AURORA
Se però in questa sede posso dire qualcosa di più di me, te la metto così:
sono quello che ha passato gli ultimi quindici anni della sua vita in
discoteca, con la camicia aperta al quarto bottone in uno stato psicofisico
compromesso, cantando (urlando) tutti i revival da pianobar anni ‘80/’90. Ma
sono anche quello che tutte le volte che guarda La Grande Bellezza di
Sorrentino o la Città Incantata di Miyazaki, piange come una ragazzina
davanti Notting Hill.
Come ti è venuta l’ispirazione per scrivere questo
libro?
Sono classe ’87. Come tutti quelli della mia età, sono
cresciuto con Mediaset che negli anni ’90 sparava film iconici a tutto spiano: I
Goonies, Top Gun, Ritorno al Futuro, American Graffiti,
tutti gli action con Schwarzenegger, Stallone e Bruce Willis, i film adolescenziali
del Rat Pack… Senza tralasciare i telefilm del palinsesto mattutino: A-Team,
Hazzard, McGiver, Happy Days…
Cosa avevano in comune tutti quei film e tv-show?
Grondavano American Dream a secchiate!
Io abitavo a Napoli: al liceo parlavo di baci dati sul lungo
mare, litigavo per avere Pippo Inzaghi al Fantacalcio, e tornavo a casa sul
motorino degli amici senza casco e con un Invicta su una sola spalla con cui
avrò distrutto numerosi specchietti di auto parcheggiate. Eppure trovavo
estremamente familiare vedere in tv teenager americani mettere i propri libri
in armadietti di metallo, realizzare un Home Run in una partita di Baseball (di
cui ancora oggi non comprendo a pieno le regole) e frequentare feste in ville
affacciate sul Pacifico.
Insomma mangiavo pizzette a Chiaia, ma la California mi pareva carta conosciuta
come Ischia.
L.A. 1987 – CERCANDO AURORA è l’ovvio frutto di lunghi anni
passati a cercare di ricreare quel senso di spensieratezza che dagli anni’80 in
poi è andato completamente perduto.
Il romanzo parte proprio con questa spensieratezza, salvo poi
diventare molto cupo: è una chiara allegoria di ciò che anche nella realtà è
andato smarrito.
Desideravi fare lo scrittore sin da bambino?
No, volevo fare il regista: volevo raccontare storie e far
emozionare le persone rompendo le croste dei loro cuori!
Mio padre, avvocato all’antica, mi scoraggiò moltissimo: “I registi fanno la
fame fino ai 40 anni… Poi solo alcuni di loro diventano famosi. Non te lo
consiglio proprio.” Ovviamente una visione tutta sua di quel mondo. Ma io,
stolto ragazzino, mi feci convincere. Così mi laureai in Scienze Politiche e,
visto che in me la voglia di raccontare storie non era ancora sopita, presi un
master in Scrittura Creativa. In fondo ero sempre stato bravo a scrivere, fin
da giovanissimo.
Per farla breve, oggi sono uno copywriter e scrivo per i miei
clienti. Inoltre curo la mia pagina Diario Pop su Facebook e Instagram,
dove scrivo aneddoti di vita vissuta. E infine, per raccontare storie pur non
avendo mai fatto scuola di regia, scrivo racconti e romanzi.
Se L.A. 1987 – CERCANDO AURORA farà emozionare qualcuno e riuscirà a toccare
anche un solo cuore, i miei sforzi non saranno stati vani.
Per accompagnare la lettura hai creato anche una
playlist su Spotify. Come mai questa scelta?
Quando scrivo immagino tutto come se fosse un film, quindi mi
viene quasi naturale inserire una colonna sonora nei miei testi.
Inoltre nel 2012 ho scoperto la Retro Wave, o Synth Wave, un movimento musicale
che riprende tutti gli stilemi dei luminosi anni ’80. Le playlist della New
Retro Wave (eitchetta discografica regina del genere) sono diventate la
colonna sonora della mia quotidianità e, soprattutto, delle mie scorribande
solitarie in auto.
Certo, non guido una Lamborghini lungo il Pacifico, ma una Yaris tra le verdi
colline dell’appennino italiano ma, ehi, ognuno ha la sua California.
Perché non hai mai pensato di trasferirti in
California?
Ci sono stato in California. Nel 2018. E ho fatto una brutta
scoperta: gli anni ’80 sono finiti anche lì. Da parecchio anche. Si, ho visto
finalmente con i miei occhi dei luoghi meravigliosi, ma… Non vi ho trovato
traccia di quell’American Dream raccontato da film e serie tv.
Forse era solo una mera illusione anche trent’anni fa. Eppure
chi era già adulto negli anni ’80 continua a raccontare che all’epoca c’era
molto benessere e tutti erano abbastanza sicuri che, con una laurea e un po’ di
buona volontà, sarebbero riusciti a realizzare qualsiasi sogno. Il mondo stesso
pareva dirigersi di buon grado verso la risoluzione del bipolarismo USA/URSS e
la conclusione di qualsiasi altro conflitto.
C’era un’assoluta fiducia in un futuro prosperoso. Un futuro
che oggi non esiste più.
Quella California, per farla mia, l’ho dovuta ricreare nel
mio libro.
Almeno lì esisterà per sempre.
Kevin, il protagonista della storia, ti somiglia in
qualcosa?
Beh per l’aspetto fisico mi serviva qualcosa di credibile,
così ho preso spunto da me e dai miei gusti personali. Per il resto… Volevo un
personaggio che non fosse Bruce Willis o Mel Gibson: che non saltasse con facilità
da un’auto in corsa durante un’esplosione, coperto di sangue e con la spalla
lussata. Volevo un anti-eroe americano: uno che avesse tutti i crismi dell’eroe
classico, ma che si comportasse come le persone normali davanti a una pistola: provando
paura!
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Se il mondo non crolla prima per guerre mondiali, crisi
economiche, carestie, siccità e altre amenità, mi piacerebbe riuscire a vendere
i diritti di L.A. 1987 – CERCANDO AURORA per farne un film. Inoltre esiste già
il Capitolo 1 di un nuovo libro: si tratta però di qualcosa di completamente
diverso e lontano anni luce da ciò che ho appena scritto. Posso dire che è una
roba a metà tra L’Armata Brancaleone, i western di Sergio Leone e Il
Signore degli Anelli. Insomma una roba che può essere un’autentica vaccata
o uno spaghetti fantasy da mostri e fagioli. Non sarò il primo che scrive una
roba del genere, come non sono stato il primo a scrivere un romanzo ambientato
negli anni ’80, ma… Se vi è piaciuto L.A. 1987 – CERCANDO AURORA, potete avere
buone aspettative anche sul prossimo libro.
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