Credi davvero (che sia sincero) di Roberto Ottonelli

TITOLO: Credi davvero (che sia sincero)

AUTORE: Roberto Ottonelli

EDITORE: Bertoni 

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2021

PREZZO: 16,00 euro

NUMERO PAGINE: 202

"Credi davvero (che sia sincero)" il nuovo libro di Roberto Ottonelli, edito da Bertoni, è liberamente ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto.


Roberto Ottonelli scrive di Martina e Antonio, due ragazzi travolti dalla passione della loro relazione. L'aspetto vincente del testo è la stesura in soggettiva perciò si alternano i punti di vista dei protagonisti: quello di Martina al tempo presente e quello di Antonio sotto forma di ricordo. 

L'amore, la passione, l'ossessione e il dolore sono un po' la montagna russa di ogni relazione non equilibrata che sfocia in un malessere congenito.

Le relazioni a due dovrebbero essere un porto sicuro di momenti belli, condivisioni di difficoltà e vittorie raddoppiate anziché essere nido di frustrazioni, paure e morte.

Con il termine femminicidio si intende omicidio di donna perché donna, per mano di un uomo. Oggi siamo abituati a sentire tante notizie e ci troviamo a conteggiare i casi attraverso un numero che cresce dimenticando il nome della vittima e la sua storia. Il testo di Ottonelli, invece, si sofferma proprio su quelle che potrebbero essere le ultime memorie di Martina, vittima senza voce.

Secondo un'inchiesta ISTAT, su 417 sentenze esaminate, 355 sono classificabili come femminicidio, che rappresenta l’85% dei casi e dal 2010 al 2019 si sono registrati 1207 casi in Italia.

Come fare per fermare questa cerneficina?! Il primo passo è una rivoluzione culturale. Il femminicidio è l'ultimo atto estremo dell'escalation di una serie di violenze protratte nel tempo. Uccidere un essere umano di genere femminile che vuole riprendersi la propria libertà è il riflesso di una società piena di stereotipi e di uomini che considerano la donna una proprietà che non merita di vivere se non in loro compagnia.

Non si può continuare a fare finta di niente, ad ascoltare le storie delle tante donne uccise e avere l'amarezza che si sarebbe dovuto fare di più. Non c'è più tempo per conoscere, analizzare e studiare il deficit culturale di violenza di genere, ormai il quadro è abbastanza chiaro. Bisogna agire con efficienza e arginare il problema fronteggiandolo con intelligenza. 


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