Dipendi-AMO? di Stefania Signorile

TITOLO: Dipendi-amo?

AUTRICE: Stefania Signorile 

EDITORE: Edizioni Psicologia e Musicoterapia

PREZZO:14, 55euro

NUMERO PAGINE: 125


"Dipendi-amo?" è il libro della Dottoressa Stefania Signorile, psicologa e psicoterapeuta. 

Il libro nasce dall'esigenza di rendere alla portata di molti il problema relazionale della dipendenza affettiva. È diviso in piccoli capitoli che snocciolano ogni aspetto e punto di vista del disturbo. In aggiunta l'autrice inserisce piccoli estratti di storie di suoi pazienti.


Ti è mai capitato di sentire il bisogno dominante di stare con una persona perchè proprio quella riesce a dare sollievo, felicità e senso al tuo essere? Bene, forse siamo davanti ad un caso di dipendenza affettiva. 

La Dottoressa Signorile ci presenta la dipendenza affettiva come una situazione in cui si vive ritrovandosi percettivamente non in grado di sfuggire a una relazione sentimentale che implica disagio. 

"La persona affettivamente dipendente si "aggancia" all'altra persona, la idealizza, la giustifica costantemente e senza rendersene conto la pone al di sopra di sè invece di relazionarsi in maniera ugualitaria."


Le radici della dipendenza affettiva si possono trovare già in età infantile nelle relazioni primarie del bambino quando questo sviluppa il proprio concetto di sè, la sua autostima e la propria capacità di attaccamento.

Nel libro la Dottoressa parla di schemi disfunzionali di attaccamento cioè di modi inadatti e non salutari di legarsi e relazionarsi con un'altra persona.

"Quando la persona dipendente-affettiva trova la dolce metà inizia gradualmente a perdere interesse per sé, iniziando da quello per gli hobby, in modo da avere maggiori possibilità di passare del tempo nella coppia: lascia la propria vita per vivere esclusivamente quella del proprio partner come fosse la sua." 

Ora, non possiamo considerare il dipendente affettivo come un povero disperato con difficoltà di discernimento e incapace di vivere. Molto spesso il dipendente ha una bassa percezione del suo valore, ma ci sono anche dipendenti che in maniera razionale sanno di possedere oggettivamente delle qualità ma in maniera inconscia cercano l'approvazione altrui. Il feedback dell'altro diventa la guida di comportamento del dipendente affettivo.

Una della cause dell'essere dipendente è la paura della solitudine. Questa crea un bisogno di colmare un


vuoto ed una insaziabile voglia di un'altra persona. L'essere bisognosi molto spesso genera comportamenti sottomessi per paura di perdere l'altra persona che diventa unica fonte di stabilità, nonostante la relazione abbia comunque delle crepe.  

Il bisogno di un'identità rende la persona dipendente capace di sopportare qualunque gesto e qualsiasi stato di confusione nella relazione sentimentale idealizzando la coppia.

"Capita che chi dipende abbia la sensazione di percepire il danno che l'altra persona provoca, attraverso le mancanze di rispetto, i silenzi, gli abusi, la manipolazione, ma questo non basta per liberare il dipendente da credenze errate che convincono a rimanere in relazione. Tutto questo porta spesso ritmi alternati di rotture e riconciliazioni dovute al fatto che l'armonia sperata con l'altra persona non viene raggiunta. Quando avviene la rottura momentanea, nel dipendente affettivo si sviluppano intense emozioni di angoscia."

Spesso il dipendente affettivo ha a che fare con un profilo narcisista che mette in atto comportamenti come il silenzio punitivo. Il silenzio molto spesso destabilizza la persona che lo subisce rendendolo incapace di sapere il motivo per la mancata risposta, lo porta ad investire un enorme quantitativo di tempo a rimuginare sull'origine del silenzio e molto spesso questo genera nel dipendente un senso di colpa (magari non mi risponde più perché io...).

Anche i narcisisti diventano dipendenti a loro volta. Nella maggior parte dei casi il partner di un narcisista serve ad accrescere l'ego narciso e questo genera la necessità di mantenere stabile il rapporto con il dipendente per aumentare la sua autostima. Si ha così un rapporto di codipendenza.


Uscire dalla dipendenza affettiva si può, non è un tunnel senza luce. Bisogna saper lavorare su sé stessi e affidarsi ad un professionista. Il primo passo è la consapevolezza di esserlo, accettarlo e poi iniziare un percorso con il proprio IO per incrementare l'amor proprio. Come in qualsiasi dipendenza, la sensazione di assuefazione si placa ogni volta che si riceve una dose e in quella affettiva, la dose è l'attenzione e il falso amore dell'altro polo relazionale. Solo quello riesce a far stare bene perciò bisogna davvero disintossicarsi.

"Queste persone (i dipendenti affettivi) hanno bisogno di tenere insieme tutti i pezzi della loro vita, di sperimentare integrazione tra di loro e la coerenza tra il loro sentirsi amate, il loro sentirsi persone di valore e il loro modo di portare avanti le relazioni sociali e affettive. è importante che sperimentino il loro saper amare, che abbiano accesso ai loro stati interni, alle loro emozioni, ai loro desideri. 

L'espressione dei propri bisogni è un punto fondante per l'uscita da una condizione di dipendenza affettiva. "


Il testo della Dottoressa Signorile è una guida efficace alla comprensione basilare della dipendenza affettiva senza avere la pretesa di essere un manuale esplicativo didascalico, ma semplice strumento fruibile a tutti e consultabile da chiunque voglia conoscere questo disturbo. 

Conoscere è lo strumento attraverso il quale si può avere una sana consapevolezza e iniziare a far qualcosa per uscire una volta per tutte dalle trappole tossiche. 


 

Commenti

Post popolari in questo blog

Intervista a Marco Improta

"Domani e per sempre" di Ermal Meta

Alla fiera dell'EX di Jessica Calì