Italiana di Giuseppe Catozzella

TITOLO: Italiana 

AUTORE: Giuseppe Catozzella

NUMERO DI PAGINE: 322

PREZZO: 19,00 euro

EDITORE: Mondadori

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2021

 

Italiana è il nuovo libro di Giuseppe Catozzella, autore di reportage e romanzi tra cui "Alveare" (2011); "E tu splendi" (2018). Collabora, anche, in qualità di docente di letteratura italiana e di scrittura creativa, in Italia con la Scuola Holden e negli USA con l’Università di Miami e la Seton Hall University di New York. Nel 2014 ha pubblicato il romanzo "Non dirmi che hai paura" vincitore del Premio Strega Giovani.

La storia raccontata da Giuseppe Catozzella è basata su fatti e personaggi realmente esistiti. La protagonista si


chiama Maria Oliverio, una donna di umili origini che vive a Casole in Calabria. La vicenda narra dell'Italia a metà del 1800 quando era divisa ancora in molti Stati e G
aribaldi aiutava le persone che lottavano per l'indipendenza italiana ad avere un governo più giusto e una Costituzione. Vittorio Emanuele II vuole riunificare l'Italia con l'aiuto di Garibaldi e la spedizione dei Mille. 

A fare da cornice è una Calabria rurale. In una terra divisa tra braccianti e signori, servi e serviti, l'autore umanizza una donna che le leggende raccontano avere una pietra al posto del cuore. La prima donna che, insieme a suo marito Pietro, è al comando di una banda di briganti. Rubare ai ricchi per dare ai poveri non è solo il motto di Robin Hood, ma è il patto ideologico firmato dai briganti calabresi. (Dumas scrisse "Robin Hood. Il principe dei ladri" ispirandosi proprio a Maria Oliverio e a suo marito Pietro Monaco).

Maria è spirito di libertà, una libertà cercata ma tante volte negata da chi aveva paura che questa portasse alla privazione dei privilegi. 

"Sarei andata via da quella casa, da quella famiglia, da quel paese, dalla Calabria Citerione, dal Regno, da tutto. Ma il cuore non muore, anche quando sembra che dovrebbe, l'ho capito quel giorno. E la libertà, dove ancora non esiste, prende la forma di quello che c'è, prima di mostrarsi come scandalo."

Maria non è mai andata via dalla sua Calabria, l'ha tanto amata quanto odiata. I boschi della Sila sono il suo unico rifugio perchè lì nessuno si approfitta della sua condizione sociale, nessuno la giudica e non esistono padroni.

I diritti mancati, i soprusi, le violenze, i signori che si arricchiscono sulle spalle dei braccianti sfruttandoli fino all'ultimo respiro. Difficile convivere con ideali garibaldini che affermavano tutto il contrario. 

Da "Italiana" si evince quanta fierezza c'è a sentirsi parte di una nazione, a lottare per questa e per lo spirito di giustizia ed equità.
"Il 17 marzo è nata l'Italia e presto tutti si sono resi conto che quella che sembrava una rivoluzione
non era che una messinscena. La verità era che ogni cosa funzionava ancora peggio di prima, i paesi e le città erano immersi in una cieca e lenta distruzione, la miseria era ovunque e noi eravamo sempre più servi."

La rivoluzione dei briganti è nata dalla volontà di far rispettare i loro diritti negati. 

La nostra protagonista, conosciuta anche come Ciccilla viene raccontata come un'eroina coraggiosa. Aveva solo vent'anni, ma la sua fama la rende ancora più grande:
"Nei paesi fiorivano leggende sul mio nome, così quando comparivamo da un massaro amico ero sempre io quella che i bambini, con le madri appresso, uscivano a guardare. La fama di Ciccilla si era sparsa rapidamente in Francia, in Austria, in Inghilterra"
Mia nonna in dialetto calabrese dice sempre :"Vucca ca nu parri, viani chiamata cucuzza", non ha una traduzione letterale di senso compiuto, ma significa che la bocca che tace verrà sempre sopraffatta. Allora cosa fare? Bisogna parlare, battersi per i propri diritti e non abbassarsi alle prepotenze altrui. La battaglia di Maria è addirittura più grande di lei, ma indispensabile per cambiare le cose. Agire è il solo modo per non prostrarsi alla legge dei potenti e privarsi di una dignità ormai già da tempo umiliata.

Catozzella con una prospettiva inedita riporta alla luce un pezzo di storia dimenticata per ricordarci sempre di chi, prima di noi, ha lottato per una vita diversa.
Pensare a chi in passato ha combattuto per una prospettiva migliore, potrebbe far sentirci indegni di quanto abbiamo ereditato. Siamo il risultato di tanti morti sul campo e di tante vite spezzate. Con la memoria corta continuiamo imperterriti a ripetere gli stessi errori e poco conta se siamo nell'800 o nel 2000, cambiano le modalità ma continuano i soprusi. 

Maria è alla ricerca di un'identità che le è stata negata, la sua ribellione è il frutto di un'alienazione sociale. Apolide nella sua stessa terra, la lega solo la voglia di riappropriarsene. Armata di coraggio, di ideali e di spirito di giustizia combatte per l'uguaglianza. 
Anche oggi tanti sentono i propri diritti schiacciati dai potenti e da ideali politici che non condividono. Il malcontento generale cresce ma la corsa alle armi è l'extrema ratio di una società che non ha imparato niente dal passato e continua a fallire.

Ciccilla, Pietro e banda di briganti hanno combattuto per ciò che era loro. All'epoca hanno perso la loro battaglia, ma non hanno mai abbandonato la loro causa. Con la consapevolezza di lottare per qualcosa di più grande andavano incontro alla morte coscienti che le mani incallite dal lavoro avrebbero donato la speranza di poter cambiare il presente.

Il Parco Nazionale della Sila
"Abbiamo combattuto per ottenere quello che era nostro e abbiamo perso. Ma la guerra
più importante l'abbiamo vinta: abbiamo creduto che fosse possibile. Un giorno l'Italia ci arriverà, lo so, a dare la terra al popolo. E quando ci arriverà, sarà grazie alla nostra guerra sulle montagne."

 

 



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