Un ragazzo normale di Lorenzo Marone

TITOLO: Un ragazzo normale
AUTORE: Lorenzo Marone
NUMERO PAGINE: 281
PREZZO: 16,50 euro
EDITORE: Feltrinelli
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2018

“Un ragazzo normale” è l’ultimo romanzo di Lorenzo Marone autore di successo che conta tra i suoi romanzi “La tentazione di essere felici” romanzo con 16 edizioni italiane, tradotto in 15 lingue e che ispirò il film La tenerezza di Gianni Amelio.
Edito da Feltrinelli, Marone ci racconta di un bambino di nome Domenico, conosciuto da tutti come Mimì, che vive in una Napoli degli anni 80 dove per giocare non esisteva lo smartphone, bisognava solo ritrovarsi per strada e armarsi di fantasia.

Mimì ha dodici anni, vive in una piccola casa che divide con i suoi genitori, sua sorella e i suoi nonni paterni. La sua è una vita semplice e senza troppe pretese: ama leggere libri e colleziona necrologi. Ha una fantasia spiccata e crede nel potere delle persone. Nel suo stesso palazzo, vive Giancarlo Siani un ragazzo di venticinque anni che fa il giornalista a “Il Mattino”, il quotidiano più importante della città e scrive di fatti di cronaca, soprattutto sulla malavita organizzata. È proprio quest’ultimo aspetto che spinge il giovane ad ammirare Giancarlo. Per Mimì, il giornalista non è come tutti l’altra gente che lo circondava, Giancarlo è un supereroe perchè ha un obiettivo grande e mentre tutti pensano che la sua scrittura gli avrebbe fatto fare una brutta fine, il piccolo Mimì legge nei suoi articoli il potere delle parole: “Credo fosse per via dell’energia che emanava quel ragazzo pieno di vitalità; aveva un sorriso così coinvolgente e sereno che con lui quasi ti sentivi in obbligo di parlare solo di cose belle. Forse perché nell’altra sua vita, a me estranea, parlava invece solo di cose brutte.”

Grazie a Giancarlo, Mimì impara a dare sfogo anche alle sue emozioni e al suo cuore che in quel momento batteva per una bambina di nome Viola; impara ad ascoltare i suoi pensieri e a tradurli su carta infatti scrivere diventa la vocazione del piccolo protagonista:” Scrivere mi piaceva, mi faceva sentire in qualche modo libero, mi dava l’opportunità di esternare ciò che avevo dentro, i miei pensieri, il mio mondo interiore, che del parlato proprio non riusciva a servirsi in modo fluido.”
Giancarlo ha il potere di dare una speranza ad un piccolo uomo che di vita ne sa ben poca: “Mimì è sempre importante ricordarsi che siamo umani e non disponiamo di alcun potere, che non siamo infallibili, sbagliamo e spesso paghiamo caro per i nostri sbagli. Sentirsi invincibili non è una buona cosa, perché ti porta a commettere degli errori, a sottovalutare i segnali, a non accorgerti della precarietà delle cose. Ciò che ci rende umani, e per questo speciali, caro Mimì, sono proprio le nostre debolezze, i difetti, se vuoi chiamarli così. Allenati ogni giorno ad essere umano. Impara ad apprezzare la tua vulnerabilità. Ti servirà anche nella scrittura. Credimi.”

Poi arrivò il 23 settembre del 1985 e insieme a lui arrivò il silenzio perché Giancarlo, una notte come tante, venne ucciso trivellato di colpi davanti al suo palazzo, sotto gli occhi inermi di Mimì. Non c’era più niente, tutto si spezzò e Giancarlo era andato via. Quella notte segnò l’infanzia di un bambino cresciuto troppo in fretta. Gli spari suonarono come lo strappo dal disincanto della vita che ti riporta all'amara realtà.   

La storia è narrata in prima persona e con un linguaggio semplice. L’autore usa alcune forme dialettali tipiche napoletane per rendere più veritiere le scene descritte. La cornice della storia è una casa ormai disabitata, ma che offre al giovane protagonista un senso di libertà, ma anche di insoddisfazione. Mentre visita quell'appartamento, ricorda tutti gli attimi vissuti nell’incoscienza. È come se fosse un percorso rievocativo attraverso la malinconia di stanze vuote che un tempo offrivano gioia; muri vecchi che nascondono segreti inconfessabili. Per Mimì, ormai adulto, non è una casa qualunque perché racconta del suo essere piccolo in una realtà gigante; è una casa che fu il suo nido, il suo rifugio e il suo posto fuori dal mondo. 

Chissà come deve essere sentirsi invincibili e coraggiosi, non avere punti deboli ed essere sempre la sua quotidianità.
pronti ad affrontare gli altri senza essere derisi, ma solo accettati. Ci siamo mai chiesti cosa potremmo fare se avessimo dei superpoteri?! Chiunque da bambino sognava di essere un supereroe, magari quello del cartone animato preferito ed essere invincibile. Il volere cambiare le cose è la sete di Mimì che a soli dodici anni sente il peso di una realtà che per lui è sbagliata. Si rifugia nei libri, nella scrittura, nel suo mondo fatto di scienza e cultura anestetizzando il suo essere bambino. Cerca, scruta, osserva il suo piccolo scorcio di mondo con il fuoco negli occhi di chi vuole essere migliore, ma non sa precisamente da dove partire. Vede nel giovane Giancarlo Siani un modello, un ideale e forse anche un idolo, colui che non ha paura di sfidare la legge dell’inerzia della vita. Giancarlo è il giornalista che denuncia, parla, scrive e affronta il mostro che a Napoli si chiama camorra, un veleno silenzioso che intossica la vita delle persone anche inconsapevolmente. Mimi ha il suo eroe, dal cuore grande e con lo spirito combattente; il suo eroe ha coraggio, lo stesso coraggio che a lui manca anche nell’affrontare

La ricerca di Mimì parte soprattutto dal voler dare delle risposte alle sue continue domande. Il non volersi riconoscere con i suoi coetanei e sempre più spesso giudicato troppo estroso, troppo esuberante, troppo impacciato, troppo idealista e, a volte, anche un po’ folle eppure nei meandri di quel bambino così fuori dalla norma, si cela la voglia di identificazione, di crescita. Dopotutto Mimì vorrebbe cambiare il mondo, fare qualcosa di grande affinché il suo sentirsi diverso non lo farebbe più sentire inadeguato. Rincorre i superpoteri, gli eroi, le grandi scoperte scientifiche, ma rischia di perdersi in sé stesso, incapace di leggersi e capire ciò che è davvero. Quando incontra Viola, il suo primo amore, capisce che la vita non è solo fatta di grandi cose, di grandi gesti, anzi può capitare che un sorriso caldo che ti salva l’anima e riscalda il cuore. Lorenzo  Marore cerca di trasmettere l’arte del saper osservare, del saper aspettare e del saper rivoluzionarsi; ci invita a non rifugiarci sempre e solo nei sogni perché a volte perdiamo ciò che di reale ci si offre: “Spesso siamo troppo presi dall’inseguire i nostri sogni, li rincorriamo ogni giorno a testa bassa e neanche ci rendiamo conto di quanto ci costi la rincorsa, nemmeno capiamo che si, sognare è importante, ma ancora più importante di sognare è fare, perché la vita, in fondo, è una cosa semplice, solo giorni dopo giorni. E allora dobbiamo stare attenti a non riempire tutti questi giorni unicamente di sogni, ma che di emozioni vere, di vita vissuta.”

L’incontro con Giancarlo Siani segnerà la svolta del percorso di crescita di un giovane fanciullo e la sua morte sarà la ferita indelebile che riecheggerà nella sua memoria. Vola via l’incoscienza, rimane la consapevolezza e la sconfitta. La storia del giovane giornalista ucciso dalla camorra è una storia vera e con estrema razionalità e tanta naturalezza, Lorenzo Marone ci racconta il giovane Giancarlo visto da un bambino. Magari un bambino come Mimì c’è davvero stato nella vita di Giancarlo, uno che amava Vasco Rossi, la scrittura, la lettura e che soprattutto guardava con ammirazione quel suo giovane amico dalla potente penna.  

Giancarlo Siani

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