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RECENSIONE "Brava Bambina" di Alessia Vecchi

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TITOLO: Brava Bambina   AUTRICE: Alessia Vecchi EDITORE: Hope PREZZO:12,90 euro NUMERO PAGINE: 618 Brava bambina è il primo romanzo di Alessia Vecchi edito da Hope Edizioni. Un romance che ha per protagonisti Sara e Gabriele. La storia ha un andamento narrativo che prosegue in parallelo ed è un racconto a due voci: quello di Sara e quello di Gabriele. Sara, una pianista di fama internazionale e Gabriele, studente di Psicologia. Alessia Vecchi è riuscita a raccontare una storia d'amore non banale e scontata. Il filo conduttore del testo è il passato della sua protagonista femminile vittima di abusi quando era solo una bambina. La violenza non è mai fine a sé stessa, porta dietro sempre un bagaglio spiacevole pieno di ferite e di incubi. Non importa il tempo passato, un trauma rimane un tatuaggio indelebile sul corpo e scava fino ad arrivare alle pieghe più profonde dell'anima. Sara e Gabriele vivono la loro storia d'amore sul filo del rasoio, inconsapevoli di q

INTERVISTA ad Alessia Vecchi, autrice di "Brava Bambina" edito da Hope Edizioni. Quando il segreto di una bambina diventa un buio inconfessabile.

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  Ciao Alessia, benvenuta! Partecipi all’evento LCS Romance & Valentine con il tuo libro “Brava Bambina”  di cui pubblicherò la recensione fra pochi giorni. Ti va di presentarti ai lettori e di presentare il tuo libro?  Alessia Vecchi: Ciao, sono molto contenta di partecipare a questo evento. Mi chiamo Alessia, ho (quasi) 28 anni e vengo da Modena. Ancora un po’ non ci credo di essere una scrittrice. “Brava Bambina” è il mio primo romanzo pubblicato con la Hope Edizioni. Spero che la storia di Sara e di Gabriele vi piaccia e che vi possa entrare un po’ nel cuore. Come è nata l’idea per questo romanzo? Le tematiche affrontate nel tuo romanzo sono importanti, cosa ti ha spinta a parlarne nel tuo libro?   Alessia Vecchi: L’idea per questo romanzo è nata a una lezione universitaria di Psicologia Generale. La professoressa stava parlando di quanto i dati che riguardavano la violenza sui bambini fossero incompleti, perché le vittime non denunciavano, e ho pensato “Pensa a portarsi un pes